Verso l’apertura di un collegio femminile in Italia?

Che l’Italia abbia bisogno urgentemente di una scuola media o di un liceo femminili che siano legati alla liturgia tradizionale è più che palese. Oggi nella maggior parte delle scuole statali o paritarie si respira un’aria ostile allo sviluppo di donne cristiane: l’aborto viene visto come una conquista, il matrimonio indissolubile tra uomo e donna come un’eredità superata, l’esistenza stessa di due sessi maschile e femminile come una finzione da combattere. Di fatto le ragazze crescono in un ambiente pervaso di materialismo, promiscuità e indifferentismo religioso. In un tale contesto non stupisce che sia difficile far apprezzare e praticare delle virtù fondamentali come l’umiltà, la modestia, lo spirito di povertà e la castità che sono però essenziali per qualsiasi forma di vita cristiana.

Perché un collegio?

I fedeli che vogliono mantenere la fiaccola della fede cattolica e l’amore per la liturgia tradizionale si trovano in una situazione di diaspora; le famiglie di buona volontà sono sparse in tutta Italia. È indispensabile che progetti di nuove scuole cattoliche femminili prevedano anche la possibilità di accogliere bambine che vengono da altre regioni, grazie ad un convitto dove sia possibile pernottare per più giorni o più settimane.

Perché coinvolgere dei religiosi?

Gestire un collegio è un’opera impegnativa. Ci vogliono competenze educative e didattiche, capacità imprenditoriale, grande generosità da parte delle educatrici perché siano disponibili 24 ore su 24, capacità di dirigere numerosi collaboratori dotati di pregi e difetti, ma desiderosi di dare un’educazione cristiana alla gioventù.

La storia ci insegna, senza l’ombra di un minimo dubbio, che le congregazioni religiose sono più facilmente in grado di affrontare una tale impresa. Sono molto rare le scuole cattoliche fondate e gestite soltanto da laici che riescano a sopravvivere per decenni senza appoggiarsi economicamente a una diocesi o a una comunità religiosa.

Purtroppo l’offerta nell’ambito delle congregazioni insegnanti legate alla Messa antica è ancora minuscola. In Italia, realisticamente, conviene provare a coinvolgere le suore di Vigne, di Brignoles, di Fanjeaux oppure le Discepole del Cenacolo. Chi vuole bypassare queste comunità, deve fondare una nuova realtà… cosa non impossibile, come dimostrato dalle esperienze di Wanganui o di Kansas City.

Che cosa si può fare concretamente?

L’assenza di scuole superiori femminili nella Tradizione in Italia testimonia sia la disorganizzazione tra i fedeli di rito antico che una certa sterilità spirituale, dimostrata dalle poche vocazioni insegnanti negli ultimi decenni.

Per risolvere il problema scolastico femminile serve un’azione comune di tutte le famiglie, in particolare dei padri di famiglia. Ecco alcuni nostri consigli:

1) Organizzate dei piccoli pellegrinaggi, delle Sante Messe, dei rosari o altri momenti di preghiera per chiedere a Dio nuove scuole femminili e numerose vocazioni nelle congregazioni insegnanti. Fate conoscere le vostre iniziative locali a un pubblico più ampio possibile.

2) Unitevi con altri genitori, con laici non sposati e con sacerdoti, formando dei comitati locali per la difesa dell’istruzione cristiana. Datevi un statuto che delinei i vostri obiettivi e descriva lo spirito (cattolico) della vostra associazione; scegliete un capo e distribuite il lavoro; prevedete un calendario comune di riunioni, almeno 3-4 volte all’anno, per discutere i progressi fatti e i passi successivi da intraprendere.

3) Inviate (tramite posta) delle suppliche alle comunità religiose affinché non attendano più ad aprire nuove scuole in Italia. È già passato troppo tempo senza che nulla si sia fatto. Vi forniremmo volentieri dei consigli su cosa scrivere.

4) Cercate di sensibilizzare altri cattolici sul tema della scuola cattolica tradizionale. Questo apostolato si può fare durante conversazioni con amici, attraverso conferenze, tramite volantinaggi o con l’apostolato su internet.

5) Informateci sull’esistenza di eventuali edifici che potrebbero concretamente accogliere delle scuole parentali.

6) Pubblicate dei piccoli annunci sul nostro sito internet per …
– mettere a disposizione vostre competenze o beni;
– cercare collaboratori o altre famiglie per i vostri progetti scolastici.