
Che il Santo Padre e il Cardinale Vicario di Roma abbiano in odio la Tradizione cattolica, non c’è la più minima ombra di dubbio. Il programma è chiaro: portare tutti all’accettazione dell’ultimo Concilio ecumenico e della Nuova Messa, ovviamente in rottura con il magistero preconciliare della Chiesa.
Il decreto del Cardinale De Donatis non è assolutamente accettabile e le restrizioni vanno combattute in quanto pericolose sia per il bene della Chiesa che delle anime. Ecco alcuni nostri consigli per chi abita a Roma:
1) Né i chierici né i laici cedano in alcun modo alla pressione di accettare la liturgia nuova (e.g. Triduum Sacrum, amministrazione dei sacramenti). Meglio celebrare la messa tridentina in un capannone o un garage a Centocelle (o in un qualsiasi altro quartiere malfamato della periferia) piuttosto che avere a disposizione belle chiese nel centro di Roma, rinunciando però alla dottrina o alla liturgia dei nostri padri.
2) Più la gerarchia ecclesiastica mostra di voler sterminare la Tradizione, più c’è urgenza di moltiplicare proprio a Roma i luoghi di messa di rito antico a cui siano annesse scuole cattoliche, dove si prega e, mediante un’educazione veramente cattolica, cioè teocentrica, si prepari una nuova fioritura di Santa Madre Chiesa. Dopo 50 anni di sonnolenza, che i genitori a Roma si sveglino e tolgano i figli dalle scuole statali e da quelle moderniste! (Esiste già un alternativa valida quasi davanti casa loro.)
3) Conviene che i fedeli della Tradizione a Roma puntino soprattutto a farsi aiutare da quelle congregazioni di rito antico che non possano essere soffocate dalla diocesi o dalla congregazione per i religiosi alla prima occasione utile.
4) Anche solo per contrastare la proibizione del Sacro Triduo conviene aiutare la Fraternità San Pio X ad acquistare a Roma un luogo di culto più grande. Potrebbe rivelarsi come scialuppa di salvataggio per tutti i cattolici in urbe che vogliono sopravvivere cristianamente alla rivoluzione conciliare e a quella bergogliana.
5) Il problema dell’assenza di scuole della Tradizione in Italia è palesemente dovuto alla mancanza di generosità da parte dei giovani adulti. Che costoro prendano coscienza del loro dovere personale all’apostolato! Che si chiedano seriamente, come potrebbero contribuire “gratis et amore Dei” all’educazione cristiana extra-familiare (creazione di scuole, asili, oratori ecc. per la gioventù della Tradizione). Potrebbero darsi da fare diventando membri di una congregazione religiosa seria, creando qualche nuova confraternità (o associazione educativa) oppure impegnandosi da semplici laici.
La messe è gigantesca… e veramente si trova a malapena qualche operaio che voglia imitare la generosità degli educatori cattolici dei secoli passati.
