Don Bosco e l’educazione al rispetto verso i superiori

Giova, nello spirito di Don Bosco, formare l’educando al rispetto verso l’autorità dei Superiori, ben sapendo che da ciò dipende anche il rispetto alle regole, che essi appunto hanno il dovere di far osservare.

Per questo egli cercava di infondere nei giovani un alto concetto della dignità dei Superiori, facendo risaltare trattarsi dei rappresentanti di Dio stesso:

« Non è forse lo Spirito Santo che dice: ‘Oboedite praepositis vestris et subiacete eis’ (Obbedite ai vostri superiori e state loro soggetti)? . Non è forse Gesù Cristo che parlando dei Superiori disse: ‘Qui vos audit, me audit (Chi ascolta voi, ascolta me)?’  E quanti altri tratti della Sacra Scrittura potrei ancora recarvi, ma che per brevità non voglio ora ricordare. Se adunque i Superiori credettero opportuno di stabilire una regola, hanno il diritto di essere obbediti; e voi lo stretto dovere di obbedire. »

Gettate così le basi dell’autorità dei Superiori, Don Bosco, nel Regolamento per gli Allievi, dedica un intero capitolo a descrivere il contegno che i giovani devono tenere verso i Superiori:

« 1) Il fondamento di ogni virtù in un giovane è l’obbedienza ai suoi Superiori. Riconoscete, nella loro volontà, quella di Dio, sottomettendovi loro senza opposizione di sorta.

2) Persuadetevi che i vostri Superiori sentono vivamente la grave obbligazione che li stringe a promuovere nel miglior modo il vostro vantaggio e che, nell’avvisarvi, comandarvi, correggervi, non hanno altro di mira che il vostro bene.

3) Onorateli ed amateli come quelli che tengono il luogo di Dio e dei vostri parenti, e quando loro ubbidite pensate di ubbidire a Dio medesimo.

4) Sia la vostra ubbidienza pronta, rispettosa ed allegra ad ogni loro comando, non facendo osservazioni per esimervi da ciò che comandano. Ubbidite sebbene la cosa comandata non sia di vostro gusto.

5) Aprite loro liberamente il vostro cuore considerando in essi un padre amorevole che desidera ardentemente la vostra felicità.

6) Ascoltate con riconoscenza le loro correzioni, e , se fosse necessario, ricevete con umiltà il castigo dei vostri falli, senza mostrare né odio né disprezzo verso di loro.

7) Guardatevi bene dall’essere di quelli che, mentre i vostri Superiori consumano le fatiche per voi, censurano le loro disposizioni; sarebbe questo un segno di massima ingratitudine.

8) Quando siete interrogati da un Superiore sulla condotta di qualche vostro compagno, rispondete nel modo che le cose sono a voi note, specialmente quando si tratta di prevenire e rimediare a qualche male; il tacere in queste circostanze recherebbe danno a quel compagno, e potrebbe essere cagione di disordini a tutta la casa. »

Come si vede Don Bosco, nel raccomandare ai giovani il rispetto e l’ubbidienza ai Superiori, non minaccia castighi, ma impartisce regole ed ordini sotto forma di preghiere, valendosi della persuasione.

Egli, per altro, parlando ai Superiori, ricordava loro il dovere di esigere rispetto e ubbidienza da tutti i giovani indistintamente, anche dai grandi, evitando di cadere nel grave disordine di essere forti coi deboli e deboli coi forti:

« Non si tollerino risposte insolenti e infrazioni alle regole, principalmente nei grandi. La legge dev’essere uguale per tutti, quindi certe mancanze sian sempre punite. I riguardi speciali, usati verso gli studenti di retorica gli anni scorsi, portarono amarissimi frutti; il tollerare fece loro prendere baldanza. »


Fonte:
Pietro Ricaldone: Don Bosco Educatore