A Napoli, alle ore 11 del giorno 13 Dicembre del 1812 apriva gli occhi alla luce il quintogenito dell’orafo napoletano Domenico Petagna e di Angelica Cataldo; il neonato nel medesimo giorno, al fonte battesimale, ebbe i nomi di: Francesco Saverio Maria Tommaso Vincenzo.
Frequentò gli studi nel seminario arcivescovile della sua città natale. Venne ordinato sacerdote il 19 dicembre 1835 a 23 anni con dispensa sull’età, dall’Arcivescovo Cardinale Filippo Caracciolo. Negli anni del suo sacerdozio si rivelò attivo e zelante nel ministero con diversi impegni, gli incontri nelle cappelle serotine, l’assistenza ai malati nell’ospedale degli Incurabili e ai detenuti del carcere di Castel Capuano. Fu inoltre docente nel liceo di Napoli e di Sacra Scrittura e Teologia dogmatica ai giovani chierici del seminario locale. Fu direttore della casa “Regina del Paradiso e S. Filippo Neri” che si occupava dell’assistenza alle ragazze orfane.
L’11 gennaio 1850 venne nominato Vescovo di Castellammare di Stabia dal re Ferdinando II di Borbone, nomina confermata dal Papa Pio IX il 20 maggio.
Vescovo zelante e operoso prestò attenzione ai problemi sociali e politici del suo tempo dando anche esempio di vita sacerdotale semplice e povera. Entrato in diocesi, si adoperò per portare unità nel presbiterio, per formare i sacerdoti, per istruire i fedeli, per promuovere opere caritative a favore dei poveri e degli emarginati. Per meglio raggiungere questi scopi egli fondò la Congregazione della Missione, formata da sacerdoti incaricati dell’evangelizzazione e della catechesi e, iri particolare, di animare le cappelle serotine per la catechesi e istituì una Congregazione sacerdotale i cui membri professavano i consigli evangelici.
Era molto presente sul territorio, visitando spesso i parroci, amministrando i sacramenti, rendendosi presente nei momenti difficili, come quelli delle ricorrenti epidemie di colera. Da Vescovo rivolse le sue prime cure al seminario per l’educazione del giovane clero: diede incremento agli studi, invitò professori esperti nelle scienze filosofiche, teologiche e canoniche; istituì nuove cattedre. Si applicò con vigore a quella che è la parte essenziale del governo di un Vescovo, cioè la conservazione e l’aumento della fede nel suo gregge.
Nell’Italia, tra periodo borbonico e vicende unitarie, Francesco Saverio Petagna fu tra i vescovi che seppero coniugare la fedeltà al Magistero ed una vita ascetica intensa.
In seguito ai moti rivoluzionari del 1860 sperimentò l’esilio per sei anni a Marsiglia, dove ancora permane il ricordo della sua santità e del suo zelo di confessore. A Marsiglia, come si legge nella rivista “La semaine liturgique de Marseille”, Mons. Petagna rifulse immediatamente per la santità di vita: “admirable de simplicitè et des virtus apostoliques”.
Il giorno del congedo da Marsiglia, 29 ottobre 1865, il medesimo cronista afferma che “la chiesa era colma, quasi non poteva contenere tutta quella folla avida di contemplare ancora l’illustre Vescovo esiliato che tutti noi abbiamo imparato ad amare e a venerare”.
Quando nel 1865 scoppiò il colera a Castellammare, il Petagna si precipitò a Napoli per ottenere il permesso di andare a servire i suoi figli spirituali, ma il sottoprefetto Nuzzoputi non glielo accordò. Soltanto il 14 dicembre 1866 poté rientrare nella sua diocesi.
I suoi ultimi 12 anni di episcopato furono i più ricchi di realizzazioni. Il Vescovo si adoperò nel far sorgere fondazioni per rispondere alle esigenze dell’epoca.
Il 10 marzo 1871 scrisse una lettera pastorale che doveva servire come preparazione per la consacrazione dell’intera diocesi ai Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.
Per creare oasi di santificazione approvò con decreto vescovile due famiglie religiose, tuttora operanti nella Chiesa: le suore Compassioniste Serve di Maria (27 maggio 1871) e le suore Francescane Alcantarine (17 ottobre 1874).
Il 16 luglio 1871 fondò l’Istituto religioso delle Vittime (oggi Religiose) dei Sacri Cuori, alle quali affidò l’impegno della riparazione, un amore grande alla Chiesa e al Papa e la promozione integrale dei fratelli più bisognosi e poveri. Per loro, nel 1875, scrisse le Regole e le Costituzioni.
Affetto da leucemia, dopo una vita ardua nel cammino nella perfezione cristiana, si spense, in assoluta povertà, il 18 dicembre 1878.
PS: Chi desidera approfondire o vivere gli ideali e le tradizioni delle congregazioni approvate da Monsignor Petagna, senza per questo dover aderire al Novus Ordo Missae e alle eresie moderniste che purtroppo si stanno diffondendo all’interno della Chiesa cattolica dal Concilio Vaticano II in poi, può liberamente rivolgersi a noi per consigli o aiuto.