Luci bianche nella notte

Parrebbe incredibile venire a sapere che, ancora oggi, vi sia una congregazione religiosa che si prende cura dell’educazione cattolica in maniera tradizionale. E invece è una realtà, chiara e tonda! Le Domenicane insegnanti di Brignoles e Fanjeaux si occupano della formazione culturale e spirituale delle ragazze, dall’asilo alla maturità; e non hanno cominciato ieri… La Congregazione del Santo nome di Gesù, da cui provengono le due case, è nata due secoli fa, in un momento preciso, per uno scopo preciso. Ecco in breve la loro storia…

Fondazione

Sorgono a centinaia i nuovi ordini femminili nel 1800, all’indomani della Rivoluzione francese: uno di questi è l’Istituto del Santo nome di Gesù e di Maria, fondato dall’abbé François Vincent a Tolosa. Qui, il devoto sacerdote ha trovato una giovane, Rosa de Séverat, che ha conservato la sua vocazione di religiosa insegnante anche durante il Terrore, seppur costretta a fuggire di casa in casa, lasciando l’abito religioso. Unitesi a lei altre giovani, fondano il suddetto istituto al fine di «imprimere nel cuore del bambino il nome di Gesù», il soave nome che i rivoluzionari hanno, col sangue, tentato di cancellare dal suolo francese (e non solo).

Affiliazione all’ordine domenicano

Nel corso dell’800, la congregazione è cresciuta aprendo nuove scuole in tutto il sud della Francia, ma a fine secolo le vocazioni cominciano a diradarsi. Ecco, allora, che la Provvidenza fa incontrare alle suore due Padri domenicani in cerca di rifugio dalle leggi anticattoliche dello stato: così comincia l’opera di affiliazione all’ordine dei predicatori di San Domenico. L’allora madre generale, mère Hélène Daguzan, personaggio dalla personalità interessante e chiamata misticamente da Gesù a compiere una missione importante, riuscirà ad intraprendere l’opera e a portarla a termine l’8 settembre 1885. Nel 1894, Leone XIII approva la pia società delle Suore del Santo nome di Gesù del Terz’ordine domenicano.

Le religiose – da tempo desiderose di una più solida formazione spirituale – trovano nei padri domenicani un appoggio morale e una guida sicura, insieme ad una affinità nella semplicità religiosa, nello spirito apostolico, nella sete di vita interiore e nell’aspirazione alla perfezione. Ma ecco quali letture indica uno di questi padri per la formazione religiosa e culturale:

la Bibbia, San Tommaso e Dante […] è sufficiente questo – insieme all’essenziale, cioè il santo sacrificio della messa – per una vita santa e lieta.

Dal 1885 le postulanti crescono in gran numero – cinquanta in cinque anni – nonostante la congregazione si trovi ad affrontare una nuova battaglia, sotto attacco della laïcité.

La Guerre scolaire

La Terza Repubblica prende di mira le scuole private, cioè cattoliche, con una serie di leggi che impediscano alle congregazioni religiose insegnanti di portare avanti il loro apostolato. Nel 1904 si arriva, infine, all’espulsione delle congregazioni religiose dalla Francia.

A inizio 1905, il decreto di espulsione arriva anche a Tolosa, così le domenicane insegnanti del Santo Nome di Gesù si trovarono a scegliere tra l’esilio o la secolarizzazione. Sono allora spronate dal Papa Pio X, che scrive loro: «l’anima dei bambini di Francia val bene il sacrificio eroico consentito a loro favore». Così, le Suore affrontano la secolarizzazione come un sacrificio offerto per i bambini di Francia, prima di poter riprendere, gradualmente, l’abito negli anni del secondo conflitto mondiale.

La riforma delle costituzioni

Nonostante le vicissitudini, le domenicane insegnanti crescono, portando avanti il loro apostolato e raggiungendo il loro apogeo negli anni ’50. La congregazione conta circa duecento religiose per più di quattordici scuole, sparse in tutto il Sud della Francia.

Nel 1948, viene eletta superiora generale mère Hélène Jamet, che sceglie come direttore spirituale della congregazione il teologo domenicano père Roger-Thomas Calmel. I due collaborano per l’elaborazione di nuove costituzioni e la loro opera si dimostra, seppur non senza difficoltà, assai fruttuosa. Le nuove costituzioni, ben viste dalla quasi totalità delle religiose, sono approvate nel 1953. Esse rispondono all’esigenza di meglio conciliare la vita religiosa con l’insegnamento – come auspicato dal papa Pio XII – mentre si mostrano necessarie per la resistenza contro i venti del modernismo incalzane.

Il Concilio e la rottura

Ben presto, ai cambiamenti interni alla congregazione subentrano anche le dinamiche del nuovo Concilio Vaticano II, che richiede un ulteriore “aggiornamento”. La congregazione, sotto la nuova madre generale, mère Anne-Marie Simoulin, oppone resistenza a una serie di novità ora sul versante religioso, ora sul versante educativo: si pensi al nuovo catechismo, allo sconvolgimento della vita religiosa, alla nuova messa… Diventa difficile poter portare avanti la vita religiosa che avevano condotto fino ad allora, con la messa e gli uffici di sempre. Inoltre, le mères sentono tutta la responsabilità dell’apostolato educativo: hanno l’esigenza ulteriore di continuare ad insegnare il catechismo e a educare le giovani secondo la tradizione cattolica.

Di fronte a un tale stravolgimento, Père Calmel, guida paterna e sicura, ritiene che sia essenziale proteggere le giovani appena entrate nella vita religiosa. La Santa Vergine, al cui Cuore Immacolato Mère Hélène ha fatto consacrare la congregazione già nel ’51, non abbandona le Sue serve fedeli nelle loro vicissitudini. È così che un gruppo di suore (la casa di Tolone con la maestra delle novizie e alcune novizie) ottiene il permesso di spostarsi con mère Hélene Jamet presso Brignoles già nel 1974, per portare avanti un noviziato nella fedeltà alla tradizione e alle nuove costituzioni approvate da Roma. Inoltre, le suore chiusero il collegio di Tolone, non ad ultimo, per aprirne uno nuovo completamente svincolato dallo Stato. Presso Brignoles, seguite da alcune famiglie, le suore riprendono la loro vita religiosa e apostolica, con un omaggio speciale alla Madonna: sono ora le Domenicane insegnanti del Santo Nome di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Un anno più tardi, un altro gruppo di suore guidate da mère Anne Marie Simoulin, deposta, si trasferisce a Fanjeaux per portare avanti ugualmente un noviziato e un insegnamento dottrinale e un’educazione tradizionali. Entrambe le case verranno presto appoggiate dalle visite del “vescovo ribelle”, Mons. Lefebvre.

Se, in quanto religiose, le domenicane ribadiscono la loro fedeltà alla Chiesa di sempre, in quanto insegnanti il loro ragionamento è semplice: “cosa diremo al Signore – dice ad esempio la mère generale deposta – quando ci chiederà conto delle anime dei nostri bambini?” Pur in spirito di umiltà e obbedienza, la risposta è evidente: le suore non hanno sacrificato le anime dei piccoli innocenti per seguire l’ordine “di questo o quel direttore diocesano”. In altre parole, quando ci sono in gioco la salvezza delle anime e le verità di fede fondamentali, quando è in gioco l’amore della Verità, non si può tacere e girare la testa dall’altra parte.

Hic et nunc

Queste due comunità sono riuscite, con coraggio e costanza, a portare avanti la loro vocazione propria, rimanendo fedeli all’autentica vita domenicana, alla messa tridentina, alla dottrina e alla Chiesa di sempre… fino ad oggi. Negli anni, le congregazioni di Brignoles e Fanjeaux sono cresciute, parallelamente, riempiendo i rispettivi noviziati e aprendo tante nuove scuole: non solo in Francia, ma anche in Germania, negli Stati Uniti, in Argentina, in Spagna…

Nate nel solco della Rivoluzione Francese, le domenicane insegnanti conoscono bene le trappole dello Stato laico e sanno guardarsene. Le loro scuole sono “senza contratto”, ossia non dipendono dai fondi statali e agiscono in libertà nella scelta dei programmi: mantengono, cioè, una vera libertà educativa.

Stanno tuttora aprendo nuove scuole, mentre accolgono tante giovani desiderose di donare la propria vita al Signore Gesù, specialmente per mezzo dell’educazione delle donne di domani. Dall’asilo al liceo o alle scuole professionali, queste suore seguono con zelo e devozione le bambine, offrendo loro un’ottima formazione non solo per la vita, ma anche per l’eternità. Il fondamento è la dottrina della Chiesa cattolica secondo la tradizione, secondo i Padri della Chiesa di sempre. Perché senza radici si muore.

Orsola de Xainctonge


Fonti: