Le Maestre Pie Venerini – coraggioso drappello di donne al servizio dell’educazione delle bambine

Le Maestre Pie sorsero alle fine del Seicento su iniziativa di Rosa Venerini nello Stato Pontificio a Viterbo. Infatti, nel 1685 la Venerini aprì la sua scuola e pian piano associò alla sua opera anche altre donne. Ebbe un tale successo che, qualche anno dopo, fu chiamata dal Cardinal Marcantonio Barbarigo per aprire delle scuole anche nella diocesi di Montefiascone.

Panorama delle scuole aperte da Santa Rosa Venerini dal 1685 al 1728.

Rosa Venerini si spense nel 1728 dopo aver fondato una quarantina di scuole in Centro Italia (senza contare quelle aperte nella diocesi di Montefiascone dal 1692 al 1694). Per molto tempo (circa 150 anni), le Maestre Pie però non godettero di un’approvazione formale da parte della Chiesa, ma vissero un po’ in un limbo giuridico. Tuttavia, papa Clemente XI aveva visitato nel 1716 Rosa Venerini durante una delle sue lezioni a Roma e si era mostrato molto soddisfatto. Disse infatti alla fondatrice:

“Signora Rosa, Noi molto vi ringraziamo perché voi ci aiutate a fare l’ufficio nostro, e fate quello che non possiamo fare noi. Con queste scuole voi santificherete Roma.”

Solo nel anno 1836 sopraggiunse un riconoscimento ufficiale da parte della Santa Sede con l’approvazione di nuove regole delle Maestre Pie.

Scuola San Tommaso in Parione, Roma

Per quasi 200 anni le Maestre Pie Venerini erano più o meno quello che oggi chiameremmo una società di vita apostolica. Il primo tentativo di definire lo status delle Maestre Pie si trova in un manoscritto non datato (ma sicuramente posteriore al 1750), nelle cosiddette Regole di Sansepolcro:

“Le Maestre Pie, benché vivano in Comunità, vestano uniformi, et abbiano le proprie regole come le Religiose, non però sono tali non avendo alcun legame di voti anzi sono in libertà d’abbandonare a loro talento lo Stato che hanno scelto quando non se ne trovino contente. Le medesime professano una vita di mezzo fra le Religiose e le Secolari procurando d’accoppiare in sé le virtù d’ambedue questi Stati, e la loro vocazione è di attendere non solo alla propria santificazione, ma ancora alla buona edificazione delle Fanciulle, senza esigerne altra mercede, che quella sarà loro data ampiamente da Dio nell’altro mondo.”

Indicazioni simili si trovano anche nelle regole delle Maestre Pie del 1837:

“Le Maestre non hanno compito alcuno e la loro permanenza nell’Istituto è appieno volontaria, onde se il modo di vita che si tiene non piacesse a qualcuna, può andarsene sempre a casa sua.”

Fu soltanto nel 1933 che le Maestre Pie Venerini si trasformarono su propria richiesta e sotto la guida del venerato padre Felice Cappello SJ in una congregazione religiosa vera e propria con voti pubblici e con nuove costituzioni. In quel momento lì, le antiche Signore Maestre divennero Suore.

Oggi, in una decina di paesi, circa 400 Maestre Pie proseguono l’opera educativa iniziata da Rosa Venerini. Ci dispiace tanto che ancora non ci siano Maestre Pie legate alla Santa Messa di sempre. La nuova situazione di ghettizzazione della Messa antica probabilmente non semplificherà le cose.


Per approfondire:
Maria Teresa Crescini: Storia di una Famiglia. Le Maestre Pie Venerini. Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2019.