Qual è lo scopo fondamentale della vita umana?
L’uomo è creato per conoscere, amare e servire Dio. Mediante tale servizio esso può salvare la propria anima. Tutto ciò che si trova sulla terra è stato realizzato per l’uomo, affinché lo aiuti a conseguire la beatitudine eterna in paradiso.
Che ne consegue per l’educazione e l’istruzione?
Se l’unione a Dio è lo scopo principale di ogni vita umana, sarebbe assurdo ignorarlo a scuola. Serve quindi una concezione della scuola dove Dio sia messo al primo posto, dove il suo messaggio viene trasmesso e accolto, in fedeltà alla Sacra Scrittura e alla tradizione orale.
Disse Papa Pio XI nella sua famosa enciclica sull’educazione (Divini illius Magistri):
“È necessario che tutto l’insegnamento e tutto l’ordinamento della scuola: insegnanti, programmi e libri, in ogni disciplina, siano governati dallo spirito cristiano sotto la direzione e vigilanza materna della Chiesa, per modo che la religione sia veramente fondamento e coronamento di tutta l’istruzione, in tutti i gradi, non solo elementare, ma anche media e superiore.”
Scegliere una scuola non cattolica è una buona opzione?
La scuola atea o neutra è stata fortemente criticata dai Papi, perché in essa si vive come se Dio non esistesse:
- “I fanciulli non frequenteranno scuole acattoliche, neutre, miste, e solamente il vescovo potrà tollerarlo con le dovute cautele.”
(CIC 1917, § 1374) - “Consegue, essere contraria ai princìpi fondamentali dell’educazione la scuola così detta neutra o laica, dalla quale viene esclusa la religione.”
(Pio XI, Divini illius magistri 1929) - “Non può neanche ammettersi per i cattolici quella scuola mista […], dove, pur provvedendosi loro a parte l’istruzione religiosa, essi ricevono il restante insegnamento da maestri non cattolici in comune con gli alunni acattolici.
(Pio XI, Divini illius magistri 1929)
Persino il Concilio Vaticano Secondo ripresentava l’obbligo della scelta di una scuola cattolica:
- “Ai genitori cattolici (ricordiamo) poi l’obbligo di affidare, secondo le concrete circostanze di tempo e di luogo, i loro figli alle scuole cattoliche, di aiutarle secondo le loro possibilità e di collaborare con esse per il bene dei loro figli.”
(Dichiarazione Gravissimum educationis)
Che ne consegue?
Ogni cristiano è chiamato a contribuire (in qualche modo) alla fondazione e al buon funzionamento e alla crescita delle scuole cattoliche: chi da genitore, chi da religioso, chi da chierico, chi da laico non sposato, chi da giovane. Serve il concorso generoso di tutti, affinché vengano frequentate da un numero più grande possibile e affinché siano di ottima qualità.
Rimane fondamentale avere una visione chiara sull’obiettivo primario da raggiungere: la scuola cristiana cerca di favorire la conoscenza e l’amor di Dio in tutti i suoi membri, professori come studenti. Gli altri legittimi obiettivi pedagogici che si possono fissare non devono mai essere in opposizione con la finalità ultima dell’uomo in quanto creatura di Dio.