a cura di Benedetta de Vito
Per me, alunna dell’Istituto Mater Dei, in Via di San Sebastianello a Roma, la piccola chiesa della scuola, dove al mattino, snasando tra le colonne di marmo che impedivano la vista dell’altar maggiore, recitavamo un Mistero del Rosario e al primo venerdì del mese assistevamo alla Santa Messa in inglese, si chiamava solo la cappella. E a volte aggiungevamo del Buon Pastore per via di un piccolo affresco antico che, in un canto, con il suo bell’altare vestito di lino bianco, raffigurava un bel giovane con la sua pecorella a cavacecio. Solo pochi giorni fa (e le orecchie mi si fanno rosse rosse) grazie a Benedikt, ho scoperto che la chiesa era dedicata a San Giorgio e a quaranta martiri inglesi.
Sempre grazie a Benedikt ho scoperto che uno di questi martiri si chiamava Richard Gwin, e che era gallese, era maestro di scuola e che in inglese il suo cognome si traduce Bianchi, come mi chiamo io da sposata. Siccome non mi bastava leggere la vita di questo martire nella paginetta a lui dedicata in italiano, mi sono messa a cercare notizie della sua vita nella lingua di Shakespeare che, per me, è quasi materna. E ora, lancio un’ancora qui sotto e poi scendo di un rigo per continuare a raccontar di Richard Gwyn, del suo coraggio, del suo amore per il Signore e anche del fatto che era maestro per la vita, poeta, ironico, sapido, pieno di vita.
Richard Gwyn era nato nella Contea di Montgomery in Galles, forse nel 1537, di certo negli anni di Elisabetta I, figlia di Enrico VIII, quando tutti gli inglesi dovevano convertirsi all’anglicanesimo e restar cattolico equivaleva a compiere un atto di alto tradimento, e quindi un reato gravissimo punito con la morte. Ed è per questo che la piccola, eroica storia di San Riccardo, che nacque e morì cattolico, si intreccia con la Grande Storia del Protestantesimo anglicano, che aveva messo a capo della nuova Chiesa la Regina, come è ancora oggi. Gwyn rimase fedele all’unica Chiesa del Signore e per questo fu imprigionato, segregato, visse ramingo, multato, obbligato (invano) ad ascoltare le omelie dei pastori anglicani, tormentato, picchiato, invitato a “convertirsi” alla religione di Stato. E lui, con il cuore fermo e la schiena diritta, insegnando ai suoi bambini (si sposò ed ebbe sei figlioli) e a quelli degli altri (nelle scuole dove insegnava) con l’esempio, disse no e rimase cattolico fino al giorno in cui, dopo essere stato condannato per alto tradimento, fu impiccato. Salì sulla forca recitando il Santo Rosario e, poiché i grani gli mancavano, usò al loro posto i nodi delle catene della sua prigionia. Fu impiccato per non aver tradito la Chiesa, per aver detto che Pio V, il grande Papa di Lepanto, aveva la stessa autorità in terra di Pietro e che era l’unico, vero, capo della Santa Romana Chiesa. Fu Paolo VI, nel 1970, a canonizzarlo.
Fin qui la storia del suo martirio, che mi commuove e mi anima insieme a restar ferma nella difesa dell’unica vera Chiesa, che è ora sotto attacco, come lo era allora. Ma per render vivo, in carne e sangue questo straordinario piccolo maestro coraggioso, mi piace raccontar un “fatterello” che ben racconta il suo spirito ironico, la battuta mordace, il fresco sentire. Si trovò a discutere con un prete anglicano, dal naso rosso e grosso, il quale si vantava di aver lui pure, come San Pietro, le chiavi del Paradiso, Gwyn rispose: “C’è questa differenza. Semplicemente, mentre San Pietro ricevette le chiavi del Regno del Paradiso, ovviamente le chiavi che hai ricevuto tu sono quelle della cantina!”. Ancora. Lo obbligarono ad assistere a una funzione anglicana… e lui? Si mise a fare un gran baccano con le catene che gli serravano i piedi. Coraggioso, fondò delle scuole clandestine (a volte campestri), note come “Hedge schools”, dove insegnava ai bambini il vero catechismo della Chiesa Cattolica. Ed era anche un bardo gallese, cioè un poeta di quelle antiche terre in cui batteva (e batte tutt’oggi) un cuore cattolico.
Ecco, per fare un esempio, la “Carol 1”, dal titolo “La Chiesa di Dio è Una”. E che comincia così, in gallese: “Gwrando gyngor gwr oth wlad , cioè ascolta il consiglio di un uomo di questa nazione. C’è un solo Paradiso, una sola Arca di Noè, dice il nostro Gwyn, una sola Chiesa al cui governo Gesù ha posto San Pietro e i suoi figli spirituali. La Chiesa, una, splende come il sole in cielo, anche se il fumo di Satana sta montando dall’inferno tra gli occhi del cieco e il cielo.” Poi attacca Lutero, furbo seduttore e, ironico, dichiara che si farebbe protestante se due protestanti, nel discutere, trovassero un accordo (cosa che non accade mai). La conclusione è commovente, si dice tutto di Gesù e implora il Signore affinché riporti la fede cattolica nelle terre gallesi. Questi sono gli uomini sanciti dal Signore che presto festeggeremo nel giorno di Ognissanti.
E se Richard splende come un sole di fede, speranza e carità, non fu da meno sua moglie Catherine che, alla vigilia dell’esecuzione, si presentò tenendo in braccio il bambinello ultimogenito e al giudice che le intimava di non seguire l’esempio del marito rispose da sposa cristiana: “Se non ti manca il coraggio, puoi prendere la mia vita come hai preso quella di mio marito; e se corromperai un pochino i testimoni, potrai chiamarli: testimonieranno contro di me come hanno fatto contro mio marito.” Fu arrestata e rilasciata pochi giorni più tardi, ma suo marito Richard era già stato giustiziato.